Seminario 7 aprile 2024

DOMENICA 7 Aprile 2024

LAVORARE SULLA RABBIA E SULLA DEPRESSIONE

PERCHE’ IL MALE E’ INCONSAPEVOLE?

® “Clinica esistenziale” Copyright
(contributo parzialmente tratto dal saggio di Franco Nanetti “La sofferenza inutile”, Pendragon, Bologna, 2022 e “Il cambiamento intenzionale”, della medesima casa editrice, 2014)

Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno.
(Lc 23,34)

Franco Nanetti

Gli irosi o iracondi del settimo girone dell’inferno dantesco, dannati e condannati all’ira, sono rappresentati da uomini nudi immersi in una palude di fango, dove si attaccano l’un l’altro con schiaffi, pugni, testate e morsi, senza un apparente scopo, se non semplicemente quello di distruggere se stessi e gli altri.

Per Dante i dannati all’ira non hanno altra meta se non quella di essere catapultati nell’implacabile destino di essere trascinati dentro una rabbia assurda che sembra non trovare un senso.

Secondo Thich Nhat Hanh nella maggior parte dei casi ci arrabbiamo in quanto dentro di noi sarebbe depositato uno “schema di rabbia” che ci conduce a scaricare la rabbia anche per futili motivi.
Da qui il concetto di rabbia come stato dell’essere, come “dannazione”.
Lo “schema della rabbia” non è un’intenzione ma un emotional schemata che crea nel mondo una realtà specchio corrispondente alla rabbia che si è cristallizzata dentro di sé nella memoria cellullare o fuori di sè nelle “forme pensiero”.
Stante a dimostrare che sovente il nemico che sta alla base della nostra reazione di rabbia è più dentro di noi che fuori di noi.
Sulla base di questa prospettiva si può supporre che ogni volta che un evento suscita intensa rabbia, quell’evento esisteva già dentro di noi molto prima che si manifestasse all’esterno.
Ritornando a Dante potremo ritenere che quello che viene rappresentato fuori è qualche cosa che in termini vibrazionali è risonante con uno schema interiore connesso con una ferita che potrebbe essere transgenerazionale.
Da qui il concetto di “dannazione” come stato emotivo congelato dal quale è difficile affrancarsi.
Quando veniamo trascinati nel “magma della rabbia” facciamo fatica a liberarcene, ci rimuginiamo sopra, per un nonnulla andiamo in escandescenza, la neghiamo o reprimiamo con imprevedibili conseguenze negative per le nostre relazioni e il nostro corpo.

La rabbia espressa in conseguenza dello “schema emotivo che la supporta” è una rabbia senza amore, senza ragione, senza “oggetto”, dove l’altro non viene mai visto, ma rimane il destinatario di una scarica pulsionale che sta all’origine della cosiddetta inconsapevolezza del male.

I “dannati” dell’inferno dantesco sono immersi in una lotta inconsulta dove tutto si determina al di fuori di ogni potenziale intenzione.
Lo schema della rabbia è un rimando continuo alla reazione, al crearla e co-crearla, perdendo di vista qualsiasi altra possibilità orientata al bene.

Scriveva Martin Buber nel “Cammino dell’uomo”: “Più cerchi di liberarti dal fango, fango resta, dimenticando di costruire ghirlande per il regno dei cieli”.
In altri termini si rimane nei gironi viziosi dell’inferno in quanto quei comportamenti automatici ed inconsapevoli ci portano dentro il magma della rabbia inconsulta impedendoci di innalzare lo sguardo verso la possibilità di “fare anima” ed amare.

La rabbia dello “schema della rabbia” è all’insegna dell’inconsapevolezza. Come liberarcene?
Questo è il tema oggetto del seminario:

“Come andare oltre la rabbia che ci imprigiona e i suoi potenziali inganni”

 

COGNITIVISMO AD ORIENTAMENTO TRANSPERSONALE

… praticare l’amore incondizionato

“La nostra rabbia è come un bimbo piccolo che piange e chiama la mamma. Sentendolo piangere, la mamma lo prende teneramente in braccio, lo ascolta e lo osserva con cura per scoprire che cosa c’è che non va. Già solo quel gesto amorevole di tenerlo in braccio con tenerezza allevia la sofferenza del bambino.

In modo analogo noi possiamo prendere in braccio con affetto la nostra rabbia e provarne subito un certo sollievo. La rabbia è una parte di noi stessi.

Va accolta con affetto e ascolto proprio come un bambino piccolo.

Una volta che il bambino si è calmato, la mamma può rendersi conto se ha la febbre o se ha bisogno che gli si cambi il pannolino.

Thich Nhat Hanh (2002)

 Ore 9-12.30 – Programma

La cura multidimensionale della rabbia e della paura

Nutrire le emozioni del Sé superiore per lasciare andare lo schema della rabbia e della stagnazione depressiva

Dal cognitivismo razionalista e post-razionalista al cognitivismo transpersonale che ci rende capaci di “incarnare” nuove visioni e praticare l’amore incondizionato

L’approccio polivagale: disinfiammare la rabbia per lasciare emergere un nuovo stato di coscienza

Diventare consapevoli di come il nostro intimo sentire può co-creare una nuova realtà e oltrepassare le ferite del passato

Dalla reattività alla risposta: evitare il riduzionismo del campo percettivo interdicendo la reattività inconsapevole

Dai pensieri che ci pensano distogliendoci dalla verità alle verità che illuminano nuovi pensieri

Relatore: Franco Nanetti
(Università di Urbino)

Costo dell’intera mattinata comprensiva di materiale didattico 30 euro. L’importo per l’iscrizione può essere depositato al seguente IBAN intestato all’AIPAC: IT80L0538713310000042082143
entro venerdì alle ore 20 della settimana precedente al seminario. Chiediamo gentilmente di indicare nella causale nome cognome e le date di partecipazione e inviarlo alla mail del tutor di riferimento.

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Si comunica che sono aperte le iscrizioni ai gruppi di CUS, studio/evoluzione personale che si svolgeranno in didattica mista o online.

La tematica che verrà trattata, a seguito dell’incontro di Domenica è “Imparare la rabbia del cuore e l’amore autentico”.

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