DOMENICA 10 NOVEMBRE 2024
CONOSCERE IL PROPRIO SÉ SUPERIORE
… dalle emozioni parassite alle emozioni autentiche
POST DI FRANCO NANETTI liberamente tratto dal saggio di Franco Nanetti IN CORSO DI STAMPA DAL TITOLO “TUTTE QUISQUIGLIE” ® “Clinica esistenziale” Copyright
Non possiamo sottrarci alla sofferenza.
Essa è implicita al vivere.
Siamo noi ad appartenere alla vita anche quando vorremmo averne il controllo. Respingere la sofferenza è un rigettare la vita stessa nel suo fluire che ci porta a soffrire sempre di più.
Per risplendere ed innalzarci abbiamo bisogno anche della sofferenza.
Scriveva Thich Nhat Hanh “Niente fango, niente loto”
Se non accettiamo i nostri lati ombra, i nostri errori, le difficoltà che incombono non possiamo lasciarci sorprendere dal bianco dei fiori di loto che splendono al sole.
Certe qualità spirituali che ci rendono speciali talvolta sono anticipate da momenti difficili e dolorosi
Sofferenza e gioia non sono due luoghi che si escludono, anche se quando soffriamo tendiamo a pensare che non si possa essere felici.
Alcuni pensano di dovere sempre fuggire dalla sofferenza, ma se si cerca di evitarla la gioia non si fa strada.
“La gioia implica anche un imparare a soffrire bene”.
Secondo la storia della creazione nel libro della Genesi, Dio disse: “Sia la luce”.
A questo proposito riferisce Thich Nhat Hanh: “Mi piace pensare che la luce abbia risposto, dicendo: “Signore debbo aspettare che il mio fratello gemello, il buio, sia con me. Non posso esserci senza buio”.
Dio chiese “Perché devi aspettare? Il buio c’è già”.
La luce rispose: “Allora ci sono anch’io”.
Ogni dimensione dell’esistere contiene il suo opposto, tanto che secondo la scienza ologrammatica dell’inter-essere nulla può essere escluso.
Il sole, le stelle, l’intero cosmo sono dentro noi.
Tutto è interconnesso.
Per questa ragione anche nei momenti più difficili non dobbiamo disperare, perché talvolta la nostra guarigione più profonda del nostro essere, dove ci si apre ad un ulteriore spazio di risveglio nella saggezza, nell’amore, nella verità, esige che diventiamo capaci di accogliere, abbracciare e “cullare” la sofferenza.
La sofferenza superflua che diventa invasiva è sovente l’esito di un tentativo maldestro di negarla o reprimerla, e della permanenza di emozioni “cristallizzate” nel corpo e nel “campo” che tendono a ricrearla.
Ogni dolore è scolpito nelle ossa, nei muscoli e nelle “forme pensiero”.
La sua estensione e l’essere trattenuta nella memoria implicita attraverso il congelamento di emozioni mai trasformate costituisce la possibilità di un invito inconsapevole che ci proietta a soffrire sempre di più alla luce di una sorta di destino pre-ordinato.
In certi momenti in cui dobbiamo guarirci dalla sofferenza superflua per oltrepassarci e per aprirci alla guarigione con noi anche delle persone che ci sono vicino e dell’intero mondo, non possiamo fare altro che fermare Crono attraverso la mediazione del corpo all’attimo presente.
Allora come ci insegna sia il mistico indiano Ramana Maharshi che il maestro di spiritualità Thich Nhat Hanh si pone la necessità di smettere di correre per fuggire dalle proprie emozioni.
“Fermati.
Inspirando ripeti a te stesso “So che la sofferenza è presente”
Ed espirando ripeti a te stesso: “Saluto la mia sofferenza”
Più volte … finche senti che via via procedendo impari a soffrire bene e attimo dopo attimo a nutrire la gioia.
Ore 9-12.30
Programma
Il feedback fenomenologico ad orientamento transpersonale (2° parte)
Vivere dentro il bozzolo del sogno egoico in consapevolezza
Responsabilità ampliata: “Oggi secondo la legge della risonanza non sono responsabile solo di quello che faccio ma anche della mia felicità”
Il distress come narrazione mi invita ad imparare a fare buon uso delle parole
Quando lo shock addizionale o il momento di crisi è una vera iniziazione, occorre trovare la grazia nella ferita
La legge dell’alternanza tra contrazione reattiva ed espansione nell’amore incondizionato
Relatore: Franco Nanetti (Università di Urbino)
Costo dell’intera mattinata comprensiva di materiale didattico 30 euro.
L’importo per l’iscrizione può essere depositato al seguente IBAN intestato all’AIPAC:
IT80L0538713310000042082143
entro venerdì alle ore 20 della settimana precedente al seminario. Chiediamo gentilmente di indicare nella causale nome cognome e le date di partecipazione e inviarlo alla mail del tutor di riferimento.